lunedì 2 aprile 2018

Seneca e l'autoeducazione interiore

Lucio Anneo Seneca mira alla cura di sé e all'autoeducazione interiore attraverso la filosofia.
Il suo pensiero viene influenzato dallo stoicismo, una delle principali correnti filosofiche dell'età ellenistica.
Seneca sostiene la necessità di migliorare sé stessi dal punto di vista morale, seguendo l'esempio delle persone virtuose ed esaminando le esperienze personali.
Seneca critica anche l'erudizione fine a se stessa e le arti liberali.
Egli definisce in particolare la figura del saggio come colui che controlla le proprie passioni con l'uso della ragione e accetta il proprio destino. Il saggio inteso in questo modo è il vero pedagogo del genere umano.
Seneca critica i beni materiali a favore di quelli spirituali e dello sviluppo etico dell'individuo.

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Quintiliano e l'educazione in età imperiale

Marco Flavio Quintiliano è il più importante autore che si sia mai occupato di pedagogia. Egli ha scritto un'opera, la Institutio oratoria, con la quale vuole ridare all'arte oratoria quel fondamento culturale auspicato da Cicerone.
Quintiliano ha come scopo quello di formare il bonus orator. La formazione del buon oratore svolge una funzione etico-civile e Quintiliano scrive un'opera sull'educazione complessiva dell'oratore, seguendone la formazione dalla nascita fino alla fine della carriera.
L'Institutio oratoria espone gli aspetti dell'istruzione primaria e grammaticale, rivolgendosi ai genitori e agli insegnanti. Con il tempo amplia il discorso fino all'attività dell'oratore adulto, indirizzandosi direttamente al futuro oratore.
I caratteri ideali dell'oratore sono:- l'onestà
                                                      - l'abilità nel parlare
                                                      - la preparazione filosofica.

Quintiliano ripropone le caratteristiche dell'orazione di Cicerone: inventio, disositio, elocutio, memoria, pronunciatio. Egli invita ad uno stile naturale, per far si che il discorso si possa sviluppare in modo organico e spontaneo.
La riflessione di Quintiliano prende in considerazione anche le modalità di insegnamento e la figura del maestro. L'oratore deve raggiungere il suo completo sviluppo naturale, solo questo basta per un oratore medio. Per un oratore perfetto l'educazione è importante.
Quintiliano è l'unico del suo tempo che va contro le punizioni corporali.
Egli fornisce un ritratto del maestro ideale, che deve:

  • essere pratico, positivo e morale;
  • essere sensibile, disponibile al coinvolgimento con gli studenti;
  • rendere l'insegnamento naturale e divertente;
  • adeguare il metodo all'indole dell'allievo;
  • spronare più con la lode che con le punizioni;
  • concedere svago e gioco
Lo studente ideale deve sviluppare nei confronti del maestro sentimento di obbedienza, ma anche di amore.
Quintiliano descrive il curricolo scolastico per la formazione degli oratori:
  • in famiglia, i ragazzi imparano il latino e il greco grazie a schiavi e pedagoghi che devono avere una pronuncia perfetta;
  • poi frequentano la scuola del grammaticus, un insegnante che da un insegnamento generale, basato sulla lettura ad alta voce della poesia e sulla stesura di testi.
  • verso i 14 anni passano allo studio della retorica, esercitandosi nelle narrazioni e nelle declamationes, cioè la recitazione di discorsi davanti al resto della classe.
Risultati immagini per immagini quintilianoQuintiliano ritiene che per la formazione del buon oratore è necessario lo studio di musica, geometria, astronomia, storia, filosofia e diritto.













LA DIFFUSIONE DELLE SCUOLE

Nell'età imperiale lo studio della filosofia, che Quintiliano ritiene importante, viene contrastato per evitare che si creino coscienze troppo libere.
Per il resto l'organizzazione generale degli studi non cambia, anche se si è estesa a tutto l'impero facendo conoscere la lingua e la cultura latina.
Per le necessità amministrative di uno Stato che diventa sempre più grande è favorito l'accesso all'istruzione di nuovi ceti sociali, vengono previsti gli alimenta, dei prestiti pubblici alle famiglie del ceto medio per favorire la formazione dei figli.
In contrapposizione all'ideale di humanitas la società imperiale privilegia sempre di più una preparazione tecnica adeguata ai compiti richiesti nell'amministrazione pubblica.

L'organizzazione scolastica romana (V-I sec. a.C.)

I Romani studiano il greco e nel'educazione sono coivolti schiavi greci come pedagoghi.
L'isegnamento si divide in istruzione primaria, secondaria,superiore e tecnico-professionale.

  • L'istruzione primaria, detta anche ludus litterarius, incomincia a sette anni. Il magister o litterator insegna a leggere e a scrivere, mentre il calculator insegna il calcolo. Il livello di istruzione è molto basso e l'insegnamento è dato tramite un metodo ripetitivo-mnemonico e coercitivo ed è frequente il ricorso alle punizioni corporali. Queste punizioni vengono inflitte tramite la ferula, una canna con nodi di legno, e la scutica o la virga, fruste di strisce di cuoio. Alla fine di questa prima istruzione gli studenti sanno appena leggere e scrivere.
  • L'istruzione secondaria va da 12 a 15 anni e possono accedervi solo chi veniva da famiglie aristocratiche, e frequenta per tre anni lezioni di grammaticus. Le materie che vengono insegnate sono grammatica, logica, retorica, musica, astronomia, geometria, aritmetica, medicina e architettura. Le prime sette si chiameranno le sette arti liberali. Per quanto riguarda lo studio della poesia Virgilio è molto importante per i romani, tanto quanto lo era Omero per i greci. L'insegnamento segue un percorso preciso. Dopo aver letto e spiegato il testo (praelectio), il maestro compie un'analisi estetica (enarratio) che riguarda sia la forma sia i contenuti. Anche nell'istruzione secondaria il metodo di studio è prevalentemente mnemonico. Lo scopo di questa istruzione è quello di arrivare all'arte dell'eloquenza.
  • L'istruzione superiore viene data nelle scuole di retorica. L'insegnante di retorica detto il magister dicendi o rhetor deve essere un professionista della parola e anche un esempio morale. Egli guida gli studenti alla composizione di testi che devono essere recitati, facendo ciò si ispira alla teoria e alla pratica del modello greco. Lo scopo elle scuole di retorica è quello di preparare un cittadino in grado di intervenire nella vita politica o di intraprendere la carriera forense diventando avvocato. Queste scuole finiscono per privilegiare le competenze tecniche.
  • L'istruzione tecnico-professionale viene curata a Roma. A questo scopo viene aperto il paedagògium nel quale schiavi, liberti e artigiani liberi ricevono una formazione professionale specializzata. L'insegnamento viene impartito dai maestri che ricevono un istruzione in collègia o corpora.


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Cicerone e l'ellenizzazione dell'educazione romana

Marco Tullio Cicerone, un uomo politico,filosofo, oratore e scrittore, ha influenzato la prosa latina. Il suo contributo è stato fondamentale nell'ellenizzazione della cultura latina.
Cicerone cerca di conciliare il mos maiorum con la cultura greca.
Con lui la paidèia ellenica diventa la humanitas latina, che consiste nello sviluppo e nel perfezionamento di tutto quello che appartiene alla natura umana. Nella humanitas ci sono tre aspetti:  - sociale
             - culturale
             - estetico.
Cicerone approva il tipo di scuola molto vicina a quella greca, anche per quanto riguarda l'istruzione primaria, egli, però, si sofferma di più sull'istruzione superiore in vista della formazione dell'oratore, nella quale si devono collegare erudizione ed etica, le discipline fondamentali sono la letteratura, la filosofia e il diritto. Egli si rifiuta di una semplice preparazione tecnica di tipo retorico, l'oratore deve avere una cultura ampia e profonda.
Cicerone pensa che il benessere dello Stato dipenda dalla bontà dell'educazione data al cittadino.
Egli ha scritto un opera molto importante al riguardo che si chiama De Oratore, è scritto sotto forma di dialogo, egli esamina la retorica e l'oratoria, e ha definito gli aspetti principale:

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  • inventio: l'ideazione di un'orazione;
  • dispositio: l'ordine degli argomenti;
  • elocutio: l'uso di un linguaggio ricco;
  • memoria: la capacità di ricordare;
  • actio: l'esposizione dell'orazione 

La canzone di Orlando è stata composta circa nel XI secolo ed è la più famosa e antica tra le cosiddette canzoni di gesta della letteratura ...